Pecorino Bagnolese
Il Pecorino bagnolese è un particolare prodotto tipico caseario, realizzato con il latte della pecora bagnolese .
La malavizza (cosi è chiamata la pecora bagnolese) viene allevata in boschi di altura, lontana dagli insediamenti urbani ed è per questo che essa produce un ottimo latte.
Il “casu’r pecora” ossia il “pecorino bagnolese” è un formaggio a pasta grassa e dura, il suo colore è giallo paglierino e il suo gusto è piccante. Altra caratteristica fondamentale è la crosta, la quale è dura e compatta e di colore tra l’ocra giallo e marrone.
Come per altri prodotti anche il pecorino bagnolese nasce da una sapiente tradizione lavorativa; infatti il latte della malavizza viene riscaldato a circa 40 gradi e successivamente coagulato con caglio di agnello, ovviamente anch’esso prodotto artigianalmente. Dopo circa mezz’ora dall’aggiunta del caglio, la cagliata viene rotta in pezzi di piccole dimensioni (pari a quelle di una nocciola) dopodiché viene tolto il siero per la produzione della ricotta. Nello steso tempo poi, la cagliata viene colata nelle ceste di vimini (dette fuscelle) dove viene salata e lasciata stagionare.
A seconda del periodo e della durata della stagionatura, l’ottimo pecorino bagnolese può essere degustato in diversi modi. Dopo i primi giorni può essere preparato a fettine da arrostire, dopo 2-3 mesi utilizzato come pietanza da tavolo con frutta o miele e dopo 5-6 mesi, quando raggiungerà il suo sapore piccante è pronto per essere grattuggiato.
AREA BOSCHIVA DI PASCOLO DELLA PECORA BAGNOLESE
La pecora bagnolese viene allevata in pascoli d’altura negli spazi aperti degli immensi e salubri boschi di faggio del Lago Laceno. Le faggete, ma in particolare i grandi prati che si estendono nel Piano l’acernese e nel piano dei vaccari e dell’altopiano Laceno, sono meta costante di pascolo.
Durante i periodi primaverili e di inizio estate non è difficile imbattersi in grandi greggi e osservare da vicino il lavoro di preparazione del formaggio da parte dei pastori.
Quando la calura comincia a farsi sentire e le erbe cominciano a scarseggiare per la secchezza, i pascoli si spostano di quota e non di rado i greggi raggiungono la cima del Monte Cervialto.
VIDEO PASCOLO DELLA PECORA MALAVIZZA AL PIANO L’ACERNESE
GALLERIA FOTOGRAFICA