Ciclisti salernitani dispersi sul Laceno: racconto di una notte con il CNSAS

soccorso-alpino-lacenoErano da poco passate le 20.00, quando da una telefonata dell’amico F.B. di Bagnoli Irpino, apprendo la notizia che due ciclisti di Bellizzi (il mio paese), risultano dispersi tra i monti di Acerno e Laceno. La notizia, era stata confermata da altri 2 corridori che nelle stesse ore erano riusciti a raggiungere la strada provinciale che giunge alle Croci di Acerno.
Da una prima telefonata ai carabinieri di Montella, apprendiamo che la situazione è grave e decidiamo di avvertire il Soccorso Alpino per poi recarci direttamente sulla località per aiutare i soccorritori.
All’arrivo sul posto una pattuglia dei Carabinieri, lungo la provinciale che conduce a Bagnoli Irpino, ci indica il luogo del ritrovamento dei 2 scampati al disagio e nel frattempo cominciamo a “scandagliare” alcune mulattiere che portano nei castagneti ai pendii del Monte Magnone.
Le ricerche risultano vane e nel frattempo decidiamo di raggiungere il posto fisso dei carabinieri a Laceno, dove (oltre agli stessi carabinieri) il comando dei vigili urbani di Bagnoli Irpino e il coordinamento del CNSAS gestivano sapientemente la situazione.
I ciclisti salernitani, partiti dalla località “croce del Magnone” di Acerno, si erano recati (stando alla ricostruzione degli amici)in direzione “Vallebona“, da li, in una sterrata piena di neve, avevano proseguito verso la località Valle d’Acera, dove, osservando la piana, decidevano di fermarsi e cambiare itinerario.
Dapprima, le informazioni risultavano confuse (con indicazioni di biforcazioni in località tre comuni),poi tramite una fotografia e una descrizione più dettagliata, si riesce ad intuire un sentiero e si capisce che i 4 (in un primo momento insieme) decidono di scendere (senza salire per il sentiero del Colle Molella), per un vallone che scosceso raggiunge Bagnoli Irpino.
A questo punto, per avvantaggiarsi alle auto G. ed E. si addentrano, lasciando (consapevolmente e avendolo deciso), P. e A. , i quali , a differenza dei primi, non raggiungeranno mai la provinciale in questione.
Nel frattempo (mentre si ricostruivano i fatti), diverse squadre tra soccorritori, carabinieri e amici, ispezionavano diverse località; con l’aiuto di sci d’alpinismo, ciaspole e una motoslitta, venivano coperti i sentieri dal Colle del Leone al Colle Molella, da Santa Nesta a Montagna Grande e (una squadra a piedi) dalla Croce del Magnone a Vallebona.
Le ricerche risultano vane, finchè, dalla descrizione suddetta si intuisce che l’itinerario scelto dai due sventurati costeggia molto più in basso, il sentiero che conduce al Vallone Caliendo. Cosi, le ricerche si soffermano in un fazzoletto preciso con ulteriori squadre in cerca dalla provinciale verso i castagneti.
Dalle ore 20.00 alle ore 5.30, arriva la chiamata radio dei Soccorritori R.B. e G.M. , i quali avvertono la compagnia del ritrovamento dei ciclisti. Gioia, commozione ed esultanza da parte di tutti i partecipanti alle ricerche!
Il resto è una corsa verso l’ospedale di Sant’Angelo dei Lombardi a causa di un principio di ipotermia di P.S. , il quale dopo il tempestivo intervento dei sanitari riesce a superare le difficoltà.
Attualmente tutti i ciclisti risultano in buona salute.
Il ritrovamento è avvenuto presso una delle località più impervie del comprensorio, in valloni ghiacciati e pieni di neve, oltre pericolosi per la loro conformazione rocciosa.

Invitiamo tutti i lettori a trarre insegnamenti da questi avvenimenti e di vivere la montagna con coscienza e prudenza.

Angelo Mattia Rocco


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